Ho trovato informazioni alquanto imprecise circa la necessità di scoraggiare l’utilizzo del kuzu per chi ha una forma di cancro ormone dipendente (come ad esempio il cancro alla mammella).
Ci riporta il Dottor Berrino: “Il Kuzu contiene genisteina, il principale fitoestrogeno della soia. Come per la soia, non è un problema per le donne con carcinoma mammario, anzi è verosimilmente protettivo, non c’è ragione di preoccuparsi per il kuzu.”
Sappiamo che il kuzu ha proprietà eccezionali. Particolarmente indicato in caso di problemi intestinali cronici. Ha un’azione protettiva sulla mucosa. Quindi la sua azione è a supporto delle nostre difese immunitarie.
Come per la soia, non ci sono evidenze scientifiche di una correlazione con l’aumento di rischio di tumore mammario o uterino. E’ invece dimostrato il contrario.
In caso di tumore dovremmo piuttosto fare attenzione a zucchero, prodotti raffinati (e cibi ad alto ig in genere come le patate ad esempio), cibi animali (ad eccezione del pesce) per via della loro azione infiammatoria (in particolare il latte, anche scremato, fa aumentare l’insulina anche se non fa salire la glicemia, e i cibi ad alto contenuto di grassi saturi – salumi, carni rosse, formaggi – che ostacolano il buon funzionamento dell’insulina). Facendo attenzione ad un eccesso di proteine che stimola l’IGF1 (insuline-like growth factor), l’ormone che promuove la proliferazione cellulare ed mTOR, un enzima che regola la crescita, la proliferazione cellulare.
Per quanto riguarda la correlazione con la tiroide, come abbiamo visto, il kuzu, come la soia, è ricco di fitoestrogeni. Ma se ne assumiamo in piccole quantità, non ci dovrebbero rischi da un eccesso di fitoestrogeni. Il Dottor Berrino ci riporta: “La soia pare inibisca l’assorbimento dell’eutirox per cui si raccomanda di assumere l’eutirox in ore lontane dal consumo di soia. per prudenza potremmo suggerire di assumere il kudzu lontano dall’eutirox“.